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Monumenti |
CHIESA
ARCIDIACONALE
La
Chiesa Arcidiaconale-Abaziale di Agordo sorge sul luogo dove
sorgeva una precedente chiesa romanica, risalente al secolo
XII.
La
forma attuale risale alla ricostruzione terminata nel 1852, su
disegno dell'architetto bellunese Giuseppe Segusini, per
rispondere alle esigenze dell'aumentata popolazione. Altre
importanti ristrutturazioni vennero effettuate nel corso del
Cinquecento e del Settecento. L'ultimo restauro conservativo
risale al 1978, su progetto dell'architetto A. Alpago Novello, per
riparare ai danni del terremoto del 1976.
LA
STRUTTURA
La
facciata presenta una perfetta simmetria: i due campanili si
integrano con i tre ordini verticali della facciata, che traggono
origine dalle tre navate interne. I campanili richiamano con i
cupolini la più grande cupola centrale. I motivi circolari della
facciata vengono ripresi nelle aperture laterali sia con i
finestroni a ventaglio delle fiancate che con i lucernari
circolari della navata centrale. In particolare, la cupola
rappresenta una struttura poco diffusa nelle zone montane e
richiama vagamente le cupole di S.Marco a Venezia.
L'INTERNO
All'interno
troviamo molte opere pregevoli: ricordiamo innanzitutto l'altare
di S. Barbara, voluto dai minatori e dai periti minerari agordini
dei quali è protettrice; vi è collocata una copia del quadro di
Palma il Vecchio esistente nella chiesa di S.Maria Formosa a
Venezia. Il coro è decorato con i prestigiosi affreschi di
Giovanni De Min (1786-1859, elogiato da A. Canova):
"L'ingresso di Gesù Cristo in Gerusalemme", "Gesù
tra i fanciulli", "Il battesimo di Gesù" e
"Nostra Signora dei Battuti". Un preziosissimo
crocifisso di A. Brustolon (1662-1732, famoso scultore in legno)
un tempo sull'altare, è ora conservato in luogo sicuro. Da
ricordare inoltre l'altare di S. Francesco con un bel dipinto di
Palma il Giovane (1544-1628), "Le stimmate di S.
Francesco", del quale troviamo altri due dipinti in
sacrestia.
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LA
VILLA CROTTA - DE' MANZONI
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Fra
gli eleganti e antichi edifici che circondano il Broi, lo spiazzo
erboso centrale, si distingue la grande Villa Veneta De' Manzoni
già Crotta, la più a nord delle Vile Venete.
Tra la
fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, Francesco Crotta
acquistò le proprietà delle due famiglie più ricche di Agordo.
Successivi ampliamenti portarono il complesso alle dimensioni
attuali. Dà sulla piazza di Agordo il giardinetto "delle
statue", che è un piccolo spazio quasi quadrato,
"racchiuso da una semplice cancellata intervallata da alti
pilastri in muratura intonacata, su cui vennero poste quindici
eleganti statue raffiguranti divinità pagane, ma anche personaggi
in costume dell'epoca". Essa propone, nei particolari
architettonici, i canoni della villa veneta ormai recepiti anche
in ambiente montano: in particolare viene sfruttato il suggestivo
sfondo delle Pale di S. Lucano.
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Nel
1813, palazzo Crotta divenne proprietà della famiglia Manzoni,
che, grazie alle enormi ricchezze accumulate, nel 1820 ottenne il
titolo nobiliare. "La famiglia De' Manzoni fece vivere al
complesso il suo periodo di massimo splendore, attraverso
un'intensa promozione di attività artistiche e culturali. Come
gli antichi mecenati, essi ospitarono pittori, scultori,
architetti e poeti" (da "Le ville venete nel paesaggio
prealpino della provincia di Belluno", Charta, 1997).
Il
palazzo subì gravi danni durante la prima guerra mondiale e andò
dispersa anche una ricca collezione di minerali e conchiglie.
L'edificio fiancheggia il
caratteristico Broi, lo spiazzo erboso al centro del paese dove si
tenevano le fiere e i mercati. In fondo si può notare il Palazzo
Municipale, costruito nel 1880-81. |
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